Il decimo report dell’Osservatorio Crowdinvesting del Politecnico di Milano, pubblicato a luglio 2025, evidenzia un momento di difficoltà per il crowdfunding italiano, con particolare riferimento all’equity, lending e debt crowdfunding. Sebbene segnali di rallentamento fossero già emersi nell’anno precedente, nel 2025 le criticità si sono accentuate, rendendo il report un documento chiave per comprendere cause e prospettive di questo settore.
I numeri del crowdfunding in Italia
Nel periodo da luglio 2024 a luglio 2025, il mercato del crowdfunding ha registrato una contrazione del -14%, con una raccolta complessiva di 260,65 milioni di euro.
Le piattaforme autorizzate in Italia, sulla base del nuovo Regolamento ECSP, sono aumentate a 42, posizionando il nostro Paese al secondo posto in Europa per numero di portali autorizzati, dopo la Francia. Alcune piattaforme però hanno rinunciato all’autorizzazione a causa degli oneri normativi.
Il tasso di successo delle campagne resta elevato: 88% nell’equity crowdfunding e 100% nel lending crowdfunding; a calare sono stati soprattutto il numero delle campagne e il volume raccolto.
Si evidenzia inoltre un graduale miglioramento della partecipazione femminile, salita al 19% rispetto al 16% dell’anno precedente.
Scenario equity crowdfunding
Secondo il report, le difficoltà derivano principalmente da:
- Aumento dei tassi di interesse;
- Incertezza sui mercati globali, che spinge gli investitori verso strumenti più liquidi e a basso rischio;
- Una iniziale riduzione del numero di piattaforme in transizione verso il nuovo regolamento ECSP, ormai meno rilevante.
Tra le cause più profonde si segnalano anche la discrepanza tra aspettative e risultati delle startup post-equity crowdfunding, la difficoltà nel creare un mercato secondario efficiente e la mancanza di garanzie nel lending crowdfunding.
Nel 2024-2025 sono state lanciate 160 campagne di equity crowdfunding, di cui 142 concluse con successo. Il settore si amplia oltre le startup innovative: solo il 28,6% delle campagne è rappresentato da queste ultime, mentre una quota rilevante riguarda PMI e veicoli di investimento.
Il valore medio raccolto è di circa 260.000 euro per i progetti non immobiliari, e 1,14 milioni di euro per quelli immobiliari, settore in crescita, con il 30,6% delle campagne equity dedicate al real estate.
La Lombardia si conferma la regione leader per numero di imprese emittenti.
Lending, debt e real estate crowdfunding
Per la prima volta, anche il lending crowdfunding mostra un calo, pur mantenendo un tasso di successo del 100% sulle 391 campagne lanciate, in gran parte (74%) immobiliari. Le piattaforme attive sono 20, con un rendimento medio annuo del 10,07%. L’aumento dei tassi di interesse ha reso questa forma di finanziamento meno attrattiva per le imprese.
I minibond, dopo la forte crescita del 2024, registrano un calo, con una raccolta di 7,65 milioni di euro su un mercato ancora poco sviluppato.
Il real estate crowdfunding rimane il motore principale del mercato, rappresentando la maggioranza sia nell’equity sia nel lending. Nel secondo semestre 2024 il settore ha raggiunto un record di raccolta di oltre 100 milioni in sei mesi. Tuttavia, nel 2025 si osserva una leggera battuta d’arresto (-5,1%), dovuta soprattutto al lending, mentre l’equity immobiliare continua a crescere.
Prospettive future
Nonostante le difficoltà evidenziate, il crowdfunding italiano mostra segnali di grande potenziale evolutivo. L’impegno congiunto di investitori, piattaforme e imprese, supportato da una regolamentazione sempre più chiara e rigorosa, sta favorendo una progressiva professionalizzazione del settore.
Questi elementi consentiranno di superare le criticità attuali, migliorando la trasparenza, la governance e la qualità delle campagne. Inoltre, la crescente digitalizzazione e l’introduzione di strumenti innovativi per la gestione del rischio apriranno nuove opportunità di sviluppo, rendendo il crowdfunding uno strumento sempre più strategico e affidabile nel panorama del finanziamento alternativo italiano.
Il mercato è dunque pronto a rilanciarsi, puntando su un modello sostenibile che favorisca un accesso più equo e trasparente al capitale, a beneficio dell’ecosistema imprenditoriale e degli investitori.
Con un impegno sinergico tra investitori istituzionali e retail, piattaforme di crowdfunding e imprese emittenti, il mercato del crowdinvesting italiano sta evolvendo verso una maggiore maturità e resilienza, nonostante le attuali criticità. Questo processo è supportato dall’adozione e dall’implementazione progressiva di regolamentazioni più rigorose e omogenee, come il Regolamento ECSP (European Crowdfunding Service Provider), che definisce standard uniformi a livello europeo per la trasparenza, la governance e la tutela degli investitori.
Tali regolamentazioni favoriscono la professionalizzazione del settore, imponendo requisiti più stringenti su compliance, due diligence e disclosure delle informazioni, elementi fondamentali per aumentare la fiducia degli investitori e facilitare l’accesso a fonti di capitale più ampie e diversificate. Parallelamente, l’adozione di tecnologie avanzate di analisi del rischio e scoring delle campagne, unitamente a piattaforme digitali sempre più sofisticate, consente una valutazione più accurata delle opportunità di investimento e un miglioramento nella gestione del portafoglio.
Sul versante delle imprese, l’integrazione del crowdfunding come strumento complementare ai tradizionali canali di finanziamento permette un accesso più diretto e rapido a capitale di rischio o di debito, incentivando un ecosistema più dinamico di innovazione e crescita, in particolare per startup e PMI innovative. Inoltre, lo sviluppo di mercati secondari per le quote di equity crowdfunding rappresenta un potenziale catalizzatore per la liquidità, fattore cruciale per attrarre investitori istituzionali e migliorare l’efficienza del mercato.
In questo contesto, la convergenza di fattori regolatori, tecnologici e di mercato delineano un percorso di crescita sostenibile per il crowdfunding italiano, destinato a consolidarsi come una leva strategica di finanziamento innovativo, caratterizzato da elevati standard di trasparenza, governance e accessibilità. Le prospettive di sviluppo nei prossimi anni sono quindi fortemente positive, con l’opportunità di integrare modelli ibridi di finanziamento e di espandere l’offerta verso nuovi settori e investitori qualificati.