Il 27 giugno si é celebrata la Giornata delle Micro, Piccole e Medie Imprese (PMI), un’occasione per riconoscere e valorizzare il ruolo centrale che queste realtà svolgono nel tessuto produttivo italiano. Una considerazione più che meritata, se si considera che le PMI rappresentano oltre il 96% delle imprese attive in Italia e impiegano circa il 75% degli occupati del nostro Paese.
Cosa intendiamo per PMI?
Secondo la definizione della Commissione Europea (Raccomandazione 2003/361/CE), le PMI si suddividono in:
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Microimprese: meno di 10 dipendenti e fatturato o bilancio annuo inferiore a 2 milioni di euro;
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Piccole imprese: tra 10 e 49 dipendenti e fatturato annuo inferiore a 10 milioni di euro;
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Medie imprese: tra 50 e 249 dipendenti, con fatturato inferiore a 50 milioni o bilancio sotto i 43 milioni di euro.
A queste si aggiungono le PMI innovative, riconosciute nel Registro delle Imprese e supportate da agevolazioni fiscali e incentivi per la crescita.
Il cuore pulsante dell’economia reale
Anche se solo il 4,4% circa delle imprese italiane rientra nella fascia di piccole e medie imprese (escludendo le micro), il loro peso economico è enorme:
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Rappresentano il 37,9% del valore aggiunto nazionale;
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Generano il 40% del fatturato totale;
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Impiegano il 33% della forza lavoro privata (Fonte: Osservatorio Digital Innovation del Politecnico di Milano e ISTAT).
Questi dati evidenziano come le PMI siano la spina dorsale dell’economia reale italiana: producono beni e servizi, creano occupazione e generano ricchezza diffusa.
Dalla manifattura al design: la forza delle PMI nei settori chiave
Le PMI sono protagoniste in alcuni dei comparti più distintivi del Made in Italy:
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40% del fatturato dell’agroalimentare;
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43% del settore moda;
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41% dell’arredo e design.
I risultati migliori, in termini di valore della produzione, si registrano nei settori manifatturiero (700 milioni di euro), commerciale (275 milioni) e delle costruzioni (250 milioni). È chiaro che sostenere le PMI significa sostenere il patrimonio produttivo e culturale del Paese.
Perché investire nelle PMI conviene a tutti
Sostenere lo sviluppo delle PMI non è solo un dovere istituzionale, ma anche una grande opportunità per gli investitori. Investire nelle PMI italiane significa:
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Finanziare l’economia reale;
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Partecipare alla crescita di imprese dinamiche e innovative;
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Ottenere ritorni economici potenzialmente interessanti;
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Contribuire alla creazione di posti di lavoro e benessere collettivo.
Finanza alternativa: una via concreta per investire
Uno degli ostacoli principali per le PMI è l’accesso al credito bancario. È qui che la finanza alternativa diventa decisiva. In particolare, il crowdfunding si è affermato come uno strumento accessibile, trasparente e democratico per raccogliere capitali in modo semplice e veloce.
Sulla nostra piattaforma è possibile trovare campagne di equity e debito che permettono di investire direttamente in PMI selezionate dal nostro team di esperti.
Grazie alle detrazioni fiscali previste per chi investe in startup e PMI innovative, oggi è ancora più facile e vantaggioso entrare nel mondo degli investimenti in economia reale.
In conclusione
La Giornata delle PMI non è solo un’occasione celebrativa: è un invito concreto a guardare con attenzione, fiducia e partecipazione a un comparto vitale dell’economia italiana. Le PMI non sono “piccole” per ambizione: sono laboratori di innovazione, resilienza e identità economica.
Investirci oggi significa credere in un futuro fatto di crescita inclusiva, competitività e valore condiviso.