Due diligence e crowd investing: come si evolve la valutazione del rischio

06/05/2025
APPROFONDIMENTI

L’equity crowdfunding ha aperto nuove strade all’innovazione finanziaria, permettendo a investitori retail e non professionali di partecipare alla crescita di startup e PMI. Ma con la democratizzazione dell’accesso al capitale, si pongono nuove domande su come valutare i rischi connessi. In particolare: come si sta trasformando il concetto di due diligence nel contesto del crowd investing?

Sebbene non replicabile in forma identica ai processi del venture capital tradizionale, la due diligence in ambito crowd si sta evolvendo per rispondere all’esigenza di tutela, trasparenza e consapevolezza da parte di tutti gli attori coinvolti.

1. Un modello accessibile e in evoluzione

Le piattaforme italiane di equity crowdfunding hanno giocato un ruolo centrale nel rendere gli investimenti in startup più accessibili, contribuendo allo sviluppo di un ecosistema dinamico e partecipato. Il processo di selezione attuato dalle piattaforme prevede controlli formali e sostanziali tra cui:

  • verifica documentale della società;
  • controllo di coerenza del business plan;
  • analisi di reputazione dei founder;
  • validazione dei dati aziendali dichiarati.

Questi elementi costituiscono una prima linea di screening che offre al crowd un livello base di fiducia, soprattutto per chi si avvicina per la prima volta al mondo degli investimenti alternativi.

2. Verso una due diligence modulare e trasparente

Negli ultimi anni, alcune piattaforme hanno iniziato a introdurre modelli di analisi più strutturati, soprattutto nei settori più regolamentati (es. fintech, medtech, cleantech), e in presenza di round co-investiti con fondi istituzionali. È qui che emerge il potenziale per una due diligence “modulare”, tarata sul livello di rischio, la fase di sviluppo della startup e il tipo di investitore.

In questa direzione si muovono le proposte di inserire nella documentazione campagne:

  • benchmark di settore (es. valutazione pre-money in linea con comparables);
  • KPI strutturati (es. burn rate, customer acquisition cost);
  • sintesi degli audit, quando disponibili.

Questi strumenti non vanno a sostituire il giudizio personale dell’investitore, ma lo aiutano a contestualizzare le scelte e a evitare valutazioni puramente emozionali.

3. Il ruolo delle piattaforme: tra filtro e accompagnamento

Le piattaforme svolgono il ruolo fondamentale di intermediari responsabili, con l'obiettivo di facilitare una relazione più matura tra startup e investitori. Alcune iniziative interessanti in corso:

  • creazione di hub educativi con contenuti formativi su rischio, equity e exit;
  • utilizzo di Q&A pubblici per stimolare il dialogo tra investitori e proponenti;
  • partnership con incubatori, università e fondi per alzare il livello qualitativo dei progetti presentati.

In questo senso, il valore della piattaforma si sposta sempre più dal matching a un ruolo di intermediario attivo con lo scopo di garantire maggiore trasparenza informativa.

4. Spunti internazionali: dove guardare per migliorare

Il confronto con i mercati più maturi – in particolare UK e Germania – suggerisce alcuni possibili sviluppi per l’Italia:

  • modelli di valutazione condivisi (come i “campaign risk ratings”);
  • maggiore standardizzazione nella presentazione dei dati previsionali;
  • maggiore integrazione con strumenti di validazione comunitaria, come forum o recensioni peer.

Tuttavia, il contesto normativo italiano è in evoluzione e già il recepimento del Regolamento Europeo sul crowdfunding (ECSP) rappresenta un passaggio importante per armonizzare regole, tutele e responsabilità tra gli operatori del settore.

5. Un’occasione per innovare nella trasparenza

Man mano che il mercato cresce e si struttura, emergeranno nuove soluzioni per semplificare e migliorare il processo di valutazione del rischio. Tra queste, possiamo immaginare:

  • dashboard dinamiche con KPI aggiornati post-campagna;
  • utilizzo dell’intelligenza artificiale per analizzare business plan e segnali di rischio;
  • creazione di consorzi tra piattaforme per generare framework condivisi di due diligence per i verticali ad alto impatto.

6. La blockchain come leva di trasparenza e tracciabilità

Una delle innovazioni più promettenti nel campo del crowd investing è l’integrazione della tecnologia blockchain nei processi di raccolta, gestione e rendicontazione. Noi di 2meet2biz.com stiamo già adottando questa soluzione per migliorare in modo significativo la trasparenza e l’affidabilità delle operazioni.

Ma in cosa consiste, concretamente, questo vantaggio?

  • Tracciabilità delle operazioni: ogni passaggio della campagna – dalla pubblicazione al closing, fino all’aggiornamento post-investimento – può essere registrato su blockchain in modo immutabile e verificabile da terzi.
  • Gestione dei diritti digitali: è possibile associare a ogni quota sottoscritta un “token” digitale che semplifica la gestione delle partecipazioni e dei diritti connessi (ad es. voto, dividendi, trasferibilità).
  • Maggiore fiducia da parte degli investitori: sapere che i dati finanziari, le modifiche contrattuali e gli aggiornamenti societari sono pubblicamente accessibili e non modificabili retroattivamente riduce le asimmetrie informative e rafforza la percezione di affidabilità della piattaforma.

L’utilizzo della blockchain rappresenta un’ulteriore evoluzione della due diligence digitale, abilitando modelli di governance più aperti e collaborativi. Non si tratta di un vezzo tecnologico, ma di una risposta concreta alla richiesta crescente di trasparenza e accountability da parte della comunità di investitori.

Conclusione

L’equity crowdfunding non richiede di replicare i meccanismi del venture capital, ma di sviluppare strumenti propri, coerenti con la logica di accesso diffuso e informazione semplificata. Le piattaforme italiane stanno facendo importanti passi avanti in questa direzione, e il confronto internazionale può offrire ulteriori spunti per evolvere verso modelli di investimento sempre più trasparenti, consapevoli e sostenibili.



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