La crescita dei minibond in Italia tra deduzioni fiscali e niente ritenute per le imprese

29/03/2023
FINANZA E INVESTIMENTI

I mini bond sono strumenti finanziari emessi da società non quotate in borsa, che permettono di ottenere finanziamenti senza dover fare ricorso ai tradizionali canali bancari. I mini bond stanno guadagnando sempre più spazio sul mercato dei finanziamenti aziendali, grazie alla loro flessibilità e ai vantaggi che questi offrono sia alle aziende in cerca di capitale che agli investitori.

In sostanza, le aziende che desiderano emettere mini bond propongono un tasso di interesse ai propri investitori, che decidono se sottoscrivere o meno l'offerta. In caso di successo dell'offerta, l'azienda riceve il denaro necessario per finanziare i propri progetti, mentre gli investitori ricevono interessi sul proprio capitale investito.

I vantaggi dei minibond per investitori e aziende emittenti

Tra i principali benefici per chi investe in minibond ci sono:

·       Rendimento: i minibond offrono un rendimento superiore rispetto ai titoli di Stato o ai depositi bancari, poiché comportano un maggior rischio di credito.

·       Diversificazione: investire in minibond consente agli investitori di diversificare il proprio portafoglio, riducendo il rischio complessivo attraverso l'acquisto di titoli di diverse imprese in settori diversi.

·       Liquidità: i minibond possono essere negoziati sul mercato privato, offrendo una maggiore liquidità rispetto ad altre forme di investimento a lungo termine.

·       Vantaggi fiscali: i minibond sono soggetti ad un’aliquota del 26% sulle persone fisiche e non vi è ritenuta per società ed enti commerciali o società estere residenti in Paesi ‘white list’.

Per le aziende che li emettono, i mini bond offrono l’opportunità di raccogliere capitale velocemente al di fuori dei tradizionali canali di finanziamento bancari. Inoltre, i mini bond offrono anche un maggiore grado di flessibilità rispetto ad altri strumenti finanziari. Ad esempio, possono essere emessi con scadenze variabili e con interessi che possono essere fissati in maniera personalizzata, in base alle esigenze delle singole aziende.

Quali costi vanno considerati

In seguito all’aumento dei tassi di interesse, il divario tra i tassi bancari e quelli dei minibond è destinato ad assottigliarsi. Le aziende emittenti, inoltre, devono necessario considerare i costi amministrativi per l’emissione dei minibond, tra cui il notaio, i costi legali, gli advisor e la fee prevista per la piattaforma che ospiterà l’offerta. E’ possibile tuttavia accorpare alcune di queste spese utilizzando un servizio centralizzato come debt.2meet2biz.com.

Dal punto di vista degli investitori, è possibile beneficiare di una riduzione del costo effettivo del finanziamento grazie alle deduzioni fiscali previste dalla normativa. In altre parole, gli interessi pagati sugli investimenti in minibond possono essere detratte dal reddito imponibile dell'investitore, riducendo così la sua imposta sul reddito.

I numeri dei minibond in Italia

Il mercato dei minibond in Italia è ancora piccolo rispetto ad altri Paesi in Europa. Tuttavia molte società, soprattutto le piccole e medie imprese, stanno sfruttando questa opportunità di finanziamento alternativo per diversificare le fonti di capitale e ampliare la base di propri investitori.

Secondo il rapporto dell’Osservatorio sui Minibond del Politecnico di Milano, nel 2022, ben 190 imprese hanno fatto ricorso ai minibond per un numero di emissioni pari a 268 (l’anno prima erano state 221) e un importo di 1,65 miliardi raccolti (988 milioni dalle sole PMI). Di queste un quarto ha emesso titoli di importo inferiore a 2 milioni di euro. Per quanto riguarda il settore di attività, il comparto manifatturiero è sempre in testa (34,6% del campione 2022), mentre si osserva un balzo delle costruzioni (16,5%). Dal punto di vista geografico, la Lombardia è ancora prima per numero di emittenti (63), seguita da Veneto (50), Piemonte (28), Emilia-Romagna (24), Campania (19), Lazio (16), Toscana (12), Puglia (7).

Ne dieci anni dal 2013 al 2022, 1.016 società hanno emesso minibond e di queste 663 erano PMI (il 65,3% del totale). Il numero di emissioni nello stesso arco temporale è stato pari a 1.461, per un valore nominale complessivo di 8,61 miliardi di euro (3,56 miliardi dalle sole PMI).

In conclusione, osserviamo che la crescente domanda di minibond potrebbe portare a una maggiore concorrenza tra le società emittenti, con una possibile riduzione del rendimento offerto ai investitori. Tuttavia, gli esperti del settore prevedono che, nel complesso, i minibond continueranno a essere una fonte di finanziamento attraente per le imprese italiane nei prossimi anni.



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