La blockchain in Italia è un comparto in continua crescita e i settori della finanza e delle assicurazioni sono i principali beneficiari delle innovazioni apportate da questa tecnologia emergente. Secondo un recente rapport dell’Osservatorio sulla Blockchain e Distributed Ledger del Politecnico di Milano, nel 2021 si contano a livello globale 370 iniziative sviluppate da aziende e pubbliche amministrazione, +39% rispetto al 2020, che portano a 1.615 il totale dei casi censiti dal 2016 ad oggi.
I progetti implementativi (243, +25%) sono in netta crescita, a discapito dei semplici annunci (127), che portano a 751 il numero complessivo tra progetti operativi, pilota o proof of concept censiti negli ultimi 5 anni. I settori più attivi sono quello finanziario con il 38% dei progetti e la Pubblica Amministrazione con il 16%, seguiti dai Media con il 7% e l’Agrifood con il 6%.
La blockchain come nuovo paradigma tra efficienza e trasparenza
A distanza di tredici anni dalla sua nascita, la blockchain rappresenta oggi un paradigma e una piattaforma di innovazione che permette di dare nuove risposte a tanti e diversi bisogni di imprese, organizzazioni, cittadini e consumatori. E se per diversi anni la conoscenza e l’attenzione verso la blockchain è stata circoscritta prevalentemente al mondo degli sviluppatori o per altri versi a coloro che avevano subito intravvisto le sue potenzialità dal punto di vista finanziario, nel corso dell’ultimo anno è avvenuto un importante salto di qualità in termini di diffusione della conoscenza e di aspettative.
In particolare, a differenze di altre innovazioni tecnologiche, la blockchain fa riferimento ad alcuni temi e concetti apparentemente molto diversi e lontani tra loro, che normalmente non associamo all’innovazione digitale: la fiducia, la responsabilità, la comunità, la decentralizzazione, la trasparenza, l’immutabilità e la condivisione. È da cercare certamente anche nell’originalità di questi ingredienti che fanno la blockchain o che arrivano con la blockchain il segreto di tanto interesse e di tante aspettative.
Blockchain e Web 3.0
La blockchain è alla base della “next web revolution” - il Web 3.0 – cioè la nuova frontiera della rete decentralizzata nata per contrastare lo strapotere delle big tech. In questo contesto, infatti, la blockchain permette di creare l’infrastruttura che abilita nuove soluzioni di business indipendenti, spesso basate su applicazioni decentralizzate (le cosiddette DApp) o gli Nft, token unici che rappresentano una proprietà privata digitale.
Gli investimenti in questa direzione sono cresciuti a livello globale del 382% in un anno facendo intuire grandi prospettive. L’ecosistema di applicazioni decentralizzate più interessante continua ad essere quello del DeFi (Decentralized Finance), sviluppate su piattaforme “permissionless” per l’offerta di servizi e prodotti finanziari: il totale del valore investito in queste applicazioni ha superato i 250 miliardi di dollari nel 2021 (+1.250% rispetto a inizio anno), per l’aumento del valore di criptovalute e token, del capitale investito e degli utenti coinvolti. Nel 2021 le applicazioni di DeFi sono rimaste legate a servizi finanziari elementari, ma offrono ai propri utenti un utilizzo più semplice e meno costoso.
Il panorama italiano tra entusiasmo ed esitazione
Le criptovalute trainano gli investimenti in blockchain in Italia, mentre l’adozione delle aziende stenta ancora a decollare. Dal lancio di Bitcoin nel 2008, l’impennata di popolarità delle criptovalute è ben documentata. Il 12 per cento degli italiani le ha già acquistate, il 17 per cento si dichiara interessato a farlo in futuro, mentre il 58 per cento le conosce ma non è interessato a possederle, e solo il 13 per cento non le conosce affatto.
“Il mondo Blockchain continua ad attrarre l’interesse di istituzioni, aziende e media – afferma Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger. Le criptovalute sono ormai diffuse anche tra gli attori tradizionali del mondo finanziario e dei pagamenti, che valutano di integrarle nell’offerta anche come forma di investimento. Sono esplosi gli Nft, che presto potranno essere sfruttati anche nel “metaverso”. Sempre più aziende si stanno avvicinando alla “tokenized economy”, in cui prodotti, asset finanziari e digitali verranno scambiati sotto forma di token. E molte stanno lanciando progetti basati piattaforme DLT e “smart contract”.
Applicazioni business e Nft
Un ambito di applicazione in cui si scorgono segnali interessanti, ma dove molto c’è ancora da fare, è quello in cui i processi di business tradizionali vengono replicati utilizzando tecnologie blockchain. A livello internazionale si contano circa 500 progetti implementativi sviluppati da aziende e pubbliche amministrazioni (il 67% del totale censito dal 2016) e nel 2021 hanno registrato un calo del 19%. Oggi la maggior parte delle aziende “tradizionali” si concentra sullo sviluppo di queste soluzioni, con obiettivi differenti. Il 37% utilizza strumenti di “time stamping”, basati sull’immutabilità del registro blockchain, per una maggiore verificabilità dei dati. Il 59% ha creato piattaforme per il coordinamento nelle relazioni multi-attore. Solo il 4% ha sfruttato a pieno anche la programmabilità portando processi complessi “on-chain”.
Nell’ultimo anno gli Nft hanno visto una vera e propria esplosione , soprattutto nel mondo dei “collectible” (gli oggetti collezionabili), dell’arte e dello sport. L’utilizzo degli Nft, però , si estende ben oltre questi settori e offre interessanti soluzioni per il mondo business e le pubbliche amministrazioni. I primi casi di applicazione dimostrano in minima parte le potenzialità di questi strumenti, che sono applicabili a vari ambiti per abilitare non solo un efficiente e immediato trasferimento della proprietà, e già si scoprono nuove e interessanti opportunità di fruizione.